La piramide olfattiva di un profumo è molto simile ad un’orchestra, una sinfonia di materie prime dai sentori e colori differenti. Da un punto di vista cronologico, la prima categoria di ingredienti utilizzati in profumeria è quella dei naturali.
Ottenuti mediante processi di spremitura o di estrazione, tra gli ingredienti naturali più caratteristici troviamo gli agrumi, i fiori o i legni… e non solo! Il regno vegetale, infatti, non è l’unico dispensatore di materie prime. Per lungo tempo, le ricette dei profumi hanno contemplato anche l’impiego di ingredienti di origine animale. Si pensi, ad esempio, all’ambra grigia, ricavata dalla concrezione del capodoglio, al muschio, alla cera d’api, allo zibetto o al castoreo… Sebbene oggi il loro utilizzo sia stato ampiamente limitato, risultano ancora in commercio, utilizzati per dare carattere e persistenza alle fragranze.
Come ogni prodotto o elemento naturale che si rispetti, la loro esistenza è limitata e può risultare talvolta difficile il loro approvvigionamento.
Alla fine dell’Ottocento nasce così la profumeria di sintesi. Concepita con l’obiettivo di esplorare nuovi orizzonti, la profumeria di sintesi diviene responsabile dell’introduzione sul mercato di nuove famiglie olfattive sorprendenti ed astratte. Ma cosa vuol dire esattamente sintesi?
La sintesi organica è una disciplina della chimica che consiste nel comporre una molecola a partire da elementi più semplici. In poche parole, si tratta di costruire una molecola partendo da altre molecole, più piccole, sfruttando le reazioni messe a punto dai chimici. Durante il processo di creazione ciascuna molecola viene scomposta e successivamente assemblata giocando di volta in volta con diverse combinazioni. Una sorta di LEGO per giocatori adulti.
Il risultato? Una molecola unica.
Per la realizzazione di una fragranza molecolare, si entra in un Laboratorio, si lavora con fiale, provette, pozioni, calzando dei simpatici occhiali di protezione. In questo piccolo microcosmo, libero da qualsiasi vincolo, il profumiere dà sfogo alla propria creatività introducendo una forma di astrazione nella composizione delle fragranze.
Spesso realizzate con alcol di derivazione petrolchimica e sostanze fissative, le note sintetiche hanno apportato nuovi stimoli all’arte della profumeria, riuscendo a replicare profumi presenti in natura ma non estraibili, come l’odore del mare, sintetizzato, per la prima volta, nella molecola Calone nel 1966.
Nel mondo della profumeria contemporanea sono diversi i brand che hanno fatto della sintesi il loro tratto più distintivo.
Nella galassia di Aether, nata dall’estro creativo Nicolas Chabot, si ricercano costantemente nuove strade e significati olfattivi. Dal greco Etere (quinto elemento), il marchio ha istituito nel corso degli anni una sorta di biblioteca degli odori, esplorando le sfumature più misteriose delle molecole di stintesi, inventando nuovi processi alchemici.
Niente più paesaggi in barattolo o vecchi e polverosi ricordi, ma immagini nuove, realizzate seguendo coordinate inaspettate. Una geografia di elementi che abbandona completamente i canoni classici della profumeria per aprirsi a concezioni odorose innovative da comporre e ricomporre. Scopri la nostra selezione di fragranze.